Tartufaie naturali, coltivate o controllate:
scopri le differenze

Tartufaie! Ma cosa sono esattamente? In questo post ti spiegherò la differenza tra tre tipologie tra quelle naturali, coltivate e controllate.

Cosa sono le tartufaie: significa

Prima di tutto cerchiamo di capire cosa significa questo termine.

La parola tartufaia si riferisce al terreno in cui vi è la presenza di tartufi. In alcuni casi la crescita del tartufo avviene in modo spontaneo e in altri contesti vengono coltivati.

Nel primo caso si tratta di tartufaie naturali e nel secondo parliamo di coltivate. In entrambi i casi affinché il tartufo possa crescere è necessario che vi siano delle condizioni particolari sia dal punto di vista climatico sia dal punto di vista territoriale.

Alcuni si chiedono dove cercare e trovare tartufi ma facciamo un passo indietro e cerchiamo di capire di cosa ha bisogno un terreno per favorire la nascita e la crescita del tartufo. In modo particolare ci sono 4 fattori o condizioni che il terreno di una tartufaia deve avere:

  1. Il terreno deve avere un PH negativo.
  2. Deve essere un terreno molto calcareo.
  3. Non deve avere ristagni.
  4. Deve essere areato in modo ottimale.

Simbiosi con le piante

Come già sai esistono diverse tipologie di tartufi tra quello bianco, nero, bianchetto, scorzone. Ogni specie di tartufo, per crescere bene, ha bisogno di specifiche piante. Tra i tartufi e le loro piante preferite si instaura un rapporto stretto e speciale, una simbiosi in sostanza. Senza questo rapporto simbiotico sarebbe praticamente impossibile ai tartufi sviluppare il loro pieno potenziale.

Raccolta

Il tartufo ha una crescita lenta e possono passare anche diversi anni prima di essere pronti per essere raccolti e consumati. Sarà anche per questo che hanno un prezzo elevato che di anno in anno è soggetto ad una quotazione. In merito alla raccolta c’è anche da rispettare una rigida normativa stabilita dalle singole regioni, per più info leggi l’articolo calendario tartufi 2020.

C’è comunque da fare una precisazione importante in merito alla raccolta nelle tartufaie:

  • naturali: patentino obbligatorio
  • controllate: non obbligatorio
  • coltivate: non obbligatorio

Bene, fatta questa doverosa premessa passiamo ad analizzare i vari tipi di tartufaie.

Tartufaie naturali

Il termine stesso “naturale” sta ad indicare che i tartufi crescono e si sviluppano in modo spontaneo senza intervento umano.

L’unico intervento da parte del tartufaio è quello relativo alla ricerca e alla raccolta dei tartufi ma prima è necessario che la tartufaia naturale venga localizzata dal cercatore di tartufi.

Anche tu sei alla ricerca di una tartufaia naturale nella tua zona di ricerca abituale del tartufo? Beh, chiaro che si quindi visto che tutti i ricercatori di tartufo sono molto gelosi delle zone è necessario che impari le caratteristiche e l’habitat giusto per riconoscere una tartufaia naturale.

Tartufaie coltivate

La prima cosa da dire e che differenzia una tartufaia coltivata da quella naturale è che la raccolta non è libera e che dietro la realizzazione di una tartufaia coltivata ci sono tante fatiche e tanta pazienza prima della messa in produzione e della raccolta del tartufo.

Mi spiego meglio: nel caso di quelle naturali la raccolta è libera e tutti possono andare a cercare e trovare tartufi a patto che abbiano conseguito il patentino del tartufaio.

Le tartufaie coltivate invece sono di proprietà privata. Ovviamente le coltivazioni private devono essere riconosciute e autorizzate dalla provincia di appartenenza e devono essere delimitate e chiaramente contrassegnate come tartufaie.

Detto questo nei terreni in cui si coltiva il tartufo con l’intervento umano la procedura è quella di impiantare piante microrizzate nuove. Ovviamente questo va fatto su terreni in cui esistono le condizioni pedoclimatiche ideali per la coltivazione del tartufo.

La coltivazione e produzione del tartufo quindi non è naturale ma indotta grazie all’inoculazione di piante adatte per la cura dell’apparato radicale ed epigeo della pianta micorrizata.

Il frutto di queste coltivazioni viene definito “tartufo coltivato”.

Nel caso in cui si stia coltivando il tartufo su terreni naturali già esistenti occorre procedere con estrema cautela in modo da non danneggiarle.

Ti chiedi come impiantare una tartufaia? Leggi prosegui la lettura dell’articolo.

Tartufaie controllate

Le tartufaie controllate differiscono da quelle coltivate.

Si tratta infatti di tartufaie naturali a tutti gli effetti ma su terreni che sono soggetti a migliorie ambientali, per esempio incrementando il bosco con la messa in posa di piante tartufigene.

Anche nel caso delle tartufaie controllate la raccolta non è libera ma solo chi ne è il proprietario o l’affidatario può effettuare la raccolta e anche in questo caso vanno delimitate e chiaramente contrassegnate con delle tabelle informative.

Ogni tartufaia controllata è sottoposta a regole molto rigide che ne regolamentano la gestione, l’accesso e la raccolta. Molto spesso la regolamentazione differisce per zona o per distretto o semplicemente per regolamentazione regionale. Se vuoi approfondire l’argomento tartufaie controllate leggi l’articolo specifico che approfondisce le normative di regolamentazione e le caratteristiche delle tartufaie controllate.

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