Ecco tutto quello che devi sapere sulle tartufaie coltivate, come realizzarle e come migliorarle per ottimizzarne la produzione.
Chi si affaccia per la prima volta a questo tipo di coltivazione, ha bisogno di capire necessariamente alcuni punti fermi che non possono mancare per ottenere successo, sia per la realizzazione della tartufaia che per la sua cura nel corso del tempo.
Iniziamo col parlare delle informazioni tecniche e agronomiche per realizzarla.
Se ti chiedi come coltivare il tartufo,ecco le considerazioni che devi fare passo passo:
Una volta realizzata la propria tartufaia, ha bisogno di regolari interventi colturali per migliorarne e accelerarne la produzione. Normalmente, anche se le tartufaie coltivate non richiedono troppe cure e operazioni specifiche nel corso degli anni, alcune in particolare vengono raccomandate per rendere costante il processo produttivo.
Tra queste, l’irrigazione, la pacciamatura del terreno, la sarchiatura, la potatura piante da tartufo e, solo se necessario, interventi di difesa parassitaria.
L’irrigazione della tartufaia coltivata è fondamentale per accelerare il processo produttivo, tanto più nei primi anni dall’impianto in cui si eseguono irrigazioni abbondanti ma meno frequenti. Avviene tramite acqua di sorgente e viene effettuata sul terreno, evitando di bagnare direttamente le piante. Questo permetterà che non si formino funghi deleteri per lo sviluppo dei tartufi. Quando la tartufaia inizia a produrre, c’è bisogni di aumentare la frequenza della somministrazione di acqua, che dipenderà comunque dal tipo di terreno, tartufo e altri fattori come le condizioni climatiche.
Questo intervento consiste nell’uso di una copertura del suolo per diminuire il tasso di evaporazione del terreno e opporsi alla crescita di eventuali piante infestanti. Può essere creata già all’inizio della coltivazione, usando materiali come paglia, tessuto apposito e plastica forata. Prima dell’autunno questa copertura viene tolta e messa nuovamente nel periodo primaverile.
In cosa consiste la sarchiatura delle tartufaie coltivate? Si tratta di un tipo di lavorazione che viene effettuata sullo strati superficiale del terreno, fino al raggiungimento massimo di una profondità di 10-15 cm. A detta di molti è indispensabile per lo sviluppo sia delle piante che del tartufo. Altri, più scettici, affermano che questa tecnica possa essere dannosa. Se sceglierai di eseguirla, non utilizzare attrezzi rotativi o troppo invasivi e ricorda che dovrai effettuare due tipi di sarchiature: una più profonda, sui 15 cm, e un’altra sui 5 cm di profondità, sempre vicino alle piante.
Un aspetto importante, che parte dalla realizzazione della tartufaia e continua durante la sua manutenzione, è la protezione dai parassiti. Certo, non è sempre necessaria né un intervento da effettuare costantemente. Ma soprattutto quando esistono attacchi parassitari o è un anno in cui le tartufaie sono particolarmente soggette a patologie e malattie. delle piante, per salvare la coltivazione bisogna intervenire con un trattamento parassitario adatto.
Per realizzare tartufaie coltivate come i veri intenditori insegnano, devi occuparti del giusto tipo di ombreggiamento del terreno. Quindi, un aspetto da non trascurare è proprio la potatura delle piante. Esistono più tipi di potatura che dipendono dalla stagione, invernale e primaverile o estiva.
A seconda del tipo di tartufo che deciderai di coltivare, potresti optare per una potatura a globo che crea maggiore ombra, oppure quella a cono rovesciato che crea l’effetto contrario, aumentando l’esposizione solare.
Sicuramente ora sei in possesso delle informazioni di cui avevi bisogno sulle tartufaie coltivate, come realizzarle e come migliorarle per una coltivazione di successo.
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